Judo Winter Camp 2019: Fondamenti, Tecnica, Didattica e Filosofia

Come ormai da tradizione il Judo Winter Camp ha aperto il nuovo anno del Dojo Kenshiro Abbe di Corridonia.

Lo stage invernale, che si svolge nei primissimi giorni di gennaio, è l’occasione per iniziare il nuovo anno nel segno del progetto: “Il Judo nel Dojo” lo scopo come sempre è approfondire aspetti della disciplina necessari sia al miglioramento della pratica che alla comprensione degli aspetti didattici, pedagogici e filosofici sulla base degli insegnamenti lasciati dal Maestro e fondatore del Judo Kodokan, Prof. Jigoro Kano.

Il programma del 2019 ha posto l’attenzione su alcuni elementi spesso tralasciati ma che, se analizzati in profondità, rivelano tutta la loro accurata ed estrema complessità.

Interessante l’analisi scaturita della metodologia applicata nel Budo Classico in cui il Maestro e l’allievo attraversano insieme le varie tappe di apprendimento Gyo, Shugyo, Jutsu, Do.

Questo ha fatto comprendere la diversità del metodo adottato dal fondatore Prof. J. Kano che contrariamente ai sistemi che venivano utilizzati nel Budo Classico precedente al periodo in cui viveva Jigoro Kano, persegue un metodo più moderno molto vicino alle teorie dei pedagogisti e filosofi occidentali dell’epoca Meiji (23 Ottobre1868 – 30 Luglio 1912)

Due sono i tesori più preziosi che J. Kano ci ha lasciato. Il primo è Shizentai, cioè la corretta posizione del corpo, con la schiena dritta come a sorreggere un libro sul capo.

Questa deve sempre essere mantenuta durante la pratica.

Il secondo tesoro sono gli Ukemi waza ovvero le cadute, che permettono di praticare in sicurezza aumentando le ripetizioni e vincendo la paura dell’impatto sul Tatami.

E’ proprio questa paura a causare spesso la mancata collaborazione tra Tori e Uke, questo aspetto  molto importante e talvolta sottovalutato, può causare l’abbandono del Judo da parte dei praticanti.

Come da programma lo studio è partito dal mantenimento della posizione e dei corretti spostamenti con gli Shisei, Shintai e Tai Sabaki prima con gli esercizi individuali senza il partner, Tandoku Renshu, poi con lo studio a coppie Sotai Renshu.

Per quanto riguarda le cadute, a differenza di ciò che accadeva nel Budo classico quando l’allievo apprendeva a sue spese per tentativi ripetuti, nel judo è l’insegnante che deve trasmettere questa conoscenza ai suoi studenti.

Nella visione di J.Kano il judo è anche una forma di Educazione Fisica che tende all’armonia e al benessere del corpo “Rentai ho” per questa ragione la pratica deve essere in totale sicurezza, riducendo al massimo il rischio infortuni.

Solo così il Judo può favorire la crescita dell’individuo e la consapevolezza di percorrere la VIA (DO).

Il progetto: “Il Judo nel Dojo” che da anni portiamo avanti con l’obiettivo di far comprendere i valori del Judo ad ogni latitudine, è il frutto di 50 anni di esperienza maturata e collaudata con una progressione didattica per insegnare Mae Mawari Ukemi, da adottare in base all’età e all’esperienza degli allievi.

La collaborazione tra i partner di allenamento permette lo sviluppo della fiducia tra Tori e Uke, necessaria per l’apprendimento della tecnica.

L’utilizzo delle tecniche proposte durante il Winter Camp 2019 è stato in quest’occasione del tutto strumentale, se da un lato utile per affinare il gesto tecnico, dall’altro è stato interessante sviluppare un approccio didattico con tutti i suoi perché con l’idea di far comprendere l’importanza dei principi che guidano l’azione.

Ogni tecnica affrontata con un giusto approccio didattico e utilizzata in una situazione differente, può ma soprattutto deve far riflettere il praticante e comprendere molti aspetti che apparentemente sono meno visibili.

Da non tralasciare l’estetica un valore importante dato dalla ricerca dell’armonia dei movimenti (Wa), che deve coincidere con l’efficacia del gesto.

Il perfezionamento della tecnica alla fine rappresenta lo stile di espressione di ognuno.

La proposta didattica del progetto: “Il Judo nel Dojo” prevede lo studio della rottura dell’equilibrio di Uke (Kuzushi),del giusto contatto Tsukuri e poi il Kake ovvero tutto ciò che consente la proiezione da fermi ed infine in movimento con lo studio delle opportunità con gli Shintai, spostamenti del corpo avanti e indietro di Uke.

Nel Judo Kodokan del Prof. J Kano si tende ad evitare l’uso esclusivo della forza, talvolta lesivo per il corpo e che quasi sempre produce in un confronto sportivo nello Shiai classico, un risultato matematico in cui più forte fisicamente vince.

Abbiamo trattato poi la sequenza degli esercizi del Judo come: Il Tandoku renshu, il Sotai Renshu, lo Yaku soku geiko, il Kakari geiko e infine il  Randori.

Questo studio con gli esercizi menzionati insieme ai due tesori della posizione Shisei e delle cadute Ukemi waza permette lo sviluppo di una pratica intensa, efficace, sincera e sicura.

Solo così si ottiene il gesto magistrale che nella terminologia del Judo si chiama “Ippon” e cioè un risultato in cui il tempo si ferma e lascia tutti a bocca aperta, questo risultato proprio per la sua magia non ammette repliche.

Come da programma sono state presentate anche le differenti tipologie di difesa: Go (bloccare l’attacco sul nascere), Chowa (Evitare l’attacco, anticipando), Yawara (Cedere nella direzione dell’attacco).

Lo Stage d’inverno di quest’anno ha affrontato come sempre l’importanza di come utilizzare i Kata all’interno della lezione di Judo non come esercizi di forma distinti, ma al contrario con un uso in cui ognuno di essi per la sua peculiarità utilizzati in maniera complementare ad evidenziare i principi guida utili per apprendere il judo in perfetto equilibrio per giungere allo scopo di mantenere un corpo sano per essere utili nella società.

I Kata dunque non sono qualcosa di avulso dalla pratica del Judo ma servono a migliorare l’esercizio principe e cioè il Randori e in questo senso sono esercizi ad esso complementari.

Il Winter Camp di quest’anno ha avuto anche dei momenti conviviali in cui i partecipanti, grazie alle lezioni teoriche e storiche sul Judo Kodokan programmate, hanno arricchito le loro conoscenze, interessante il confronto delle idee e osservazioni.

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