Winter Camp 2024, un’edizione divisa tra pratica e storia del Judo Kodokan

Interno Dojo Kenshiro Abbe

Abbiamo terminato questa undicesima fatica targata 2024 del tradizionale Stage d’inverno che portiamo avanti dal 2013 nella nostra particolare sede sociale.

Un’atmosfera molto calda ha accompagnato i partecipanti che hanno lavorato ininterrottamente per quattro giorni sul Tatami oltre ad altri momenti in cui abbiamo messo l’attenzione su aspetti culturali, storici, tecnici, didattici.

Abbiamo anche svolto lezioni frontali che hanno chiarito meglio come praticare il Judo sul tatami e come i principi che hanno ispirato il fondatore Kano Jigoro nella pratica del Judo sono riscontrabili nella nostra quotidianità.

Un programma intenso sul tatami in aggiunta anche la spiegazione logica sul perché è opportuno conoscere le origini e lo scopo del Judo.

Se la pratica del Judo si divide in questi quattro fondamentali strumenti: Randori, Kata, Kogi e Mondò, in questa occasione il programma ha trattato, come area di approfondimento, la relazione che esiste tra la “Forma” e la “Non forma” (Kata – Randori).

Chiariamo subito che la non forma riguarda l’applicazione di ogni gesto tecnico rispettoso del principio logico della massima efficienza a partire dagli “Ukemi waza”. È stato molto interessante far comprendere che ogni tecnica codificata del metodo Judo non ha nessun valore se poi dal punto di vista funzionale non è sicura per la incolumità dei praticanti e efficace nella sua applicazione nell’esercizio del Randori.

Quindi abbiamo trattato questo tema mettendo subito in chiaro che il Judo come tutte le arti del corpo in genere devono tendere verso un’estetica, che nella forma tecnica è indubbiamente un principio molto presente nella nostra disciplina, come in tutto ciò che si fa nella nostra quotidianità; tuttavia la pratica deve concretamente essere efficace. Non bisogna allontanarsi dalla realtà. In altre parole la bellezza del gesto fine, non deve andare a detrimento (inficiare) dell’efficacia del combattimento (SHOBU HO).

Nei quattro giorni abbiamo affrontato la parte del Judo che riguarda l’aspetto tecnico con diverse progressioni didattiche utilizzando esercizi come il Tandoku renshu (Studio senza il partner), il Sotai renshu (Studio con il partner), utilizzando come da programma gli Ashi waza (Tecniche di gamba).

La progressione proposta ha riguardato per primo le tecniche che comprendono l’azione di “Kari” (Soppressione di un appoggio con la falciata), a partire da O soto gari (Grande falciata esterna), l’importanza dell’uso di Hara (Basso ventre), Ko uchi gari (Piccola falciata interna), mostrando tre livelli di esecuzione O uchi gari (Grande falciata interna).

In questa progressione didattica si è spiegato perché la sequenza tecnica ha nell’ordine utilizzato “Kari – Kake – Sasae – Harai”. Il tutto è stato presentato nell’ordine di difficoltà di apprendimento dell’aspirante allievo praticante in relazione all’abilità delle cadute e dello sviluppo della capacità funzionale.

L’ordine e la proposta dal punto di vista pedagogico, si differenzia a seconda della classe degli studenti per i principianti e soprattutto nelle classi giovanili si fa riferimento a quello che in gergo noi diciamo “Metodo globale” ovvero dare una consegna iniziale che consiste nel far trovare la migliore soluzione per raggiungere l’obiettivo, lo studente è libero di trovare la migliore soluzione.

L’aspetto filosofico, ha riguardato l’utilizzo della logica mostrando il modo, la maniera di affrontare le difficoltà secondo un gradiente, il tutto in relazione all’età e al livello dei partecipanti.

La peculiarità del judo è proprio quella di offrire opportunità basate sul principio di azione che consente al praticante il raggiungimento della massima efficienza sul Tatami, (Tappeto specifico per la pratica del Judo) nel Dojo (Luogo per la ricerca della Via) come nella propria quotidianità.

L’aspetto culturale e storico, legato alle origini della disciplina, ha indubbiamente fatto comprendere la genialità della proposta del fondatore Kano Jigoro Shihan. Un progetto molto attuale e non ancora superato e purtroppo non ancora completamente compreso. 

Riteniamo che questo cammino insieme con le nostre iniziative, debba chiarire molto bene lo scopo per arrivare a dare risposte ai tanti quesiti, ai tanti perché la pratica del Judo si avvale di esercizi come il Kata, in questa occasione studio approfondito del Ju no kata il primo esercizio di forma da inserire nella pratica per innumerevoli ragioni pratiche.

Abbiamo poi sperimentato altri esercizi propedeutici per arrivare passo passo, ad un corretto Randori ovvero un esercizio inteso come studio per raggiungere l’esecuzione di una tecnica che magistralmente eseguita e applicata nei confronti del nostro partner, rispetta il controllo e un uso corretto della forza fisica.

Tutto questo percorso ha avuto come obiettivo anche il raggiungimento di un’abilità che tocca sentimenti nobili e che nella nostra disciplina raggiunge la massima esaltazione con “L’IPPON”.

Il Winter Camp 2024 sotto la direzione tecnica del Maestro Corrado Croceri, è stato interessante non solo per la parte pratica di quattro ore al giorno che naturalmente ha impegnato fisicamente e non solo i partecipanti, ma il programma svolto è stato anche interessante per la parte culturale, storica del judo ideato dal fondatore Kano Jigoro con la proiezione di slide sulla storia e le origini del Judo Kodokan con il relativo commento.

A questo punto non resta che darci l’appuntamente al prossimo TRE TORRI Summer Camp 2024 che si svolgerà a Porto Sant’ Elpidio da Mercoledì 31 a Domenica 04 Agosto.

A Presto!

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